13 febbraio 2007

guitar shop asshole

Sarebbe bello poter argomentare sempre; aprire un dibattito ad ogni occasione come insegnavano i gloriosi anni '70 di ECCE BOMBO ma quello che segue è un blitz e, per quanto verboso potrà uscire fuori, alla fine resta un blitz.
Per fare un blitz è necessaria una preparazione – non troppo minuziosa per lasciare alla creatività vandalico-ribellista lo spazio per esplicarsi – e poi si passa all'azione.
Se all'età di 15 anni niente e nessuno sarebbe stato in grado di convincervi del fatto che NON eravate degli sfigati; se nel decennio successivo avete lottato con le unghie e coi denti per uscire da questa linea deleteria di pensiero; se l'unico momento in cui vi siete sentiti sessualmente appetibili è stato quando avete imbracciato la vostra chitarra: beh, questa è per voi!!!
Vi ricordate? La chitarra era appena entrata nella vostra vita, la guardavate con un interesse quasi scientifico, cominciavate a farvi sanguinare le mani, cominciavate a far caso a come erano suonati i dischi. La notte vi addormentavate con quell'osso di prosciutto affianco e ve lo portavate anche al cesso (casomai sul pitale foste stati colti da improvvisa ispirazione). Un giorno (maledetto!) una corda si ruppe e il destino impose il più funesto tra gli eventi: dovevate andare in un negozio di strumenti per comprare una corda di ricambio.
Ve lo ricordate che eravate degli sfigati? Molto giovani e anche un po' ignoranti in materia di strumenti? Vi ricordate quanto eravate timidi?
Continuaste a suonare per qualche giorno una chitarra a cinque corde (voglio dire, Keith Richards lo fa da una vita ma LUI è Keith Richards) scoprendo nuove celate sonorità e questo anche perchè la vostra chitarra – probabilmente un orrido Leviatano made in Korea comprata a pochi spiccioli così, per imparare – faceva una fatica della madonna a restare accordata; poi, infine, giungeste a capitolazione. Il giorno seguente, indossata la faccia meno timida e più competente che avevate nel cassetto (lo stesso delle mutande presumibilmente), spingevate il petto in fuori e vi recavate in uno dei 4-5 negozi di strumenti più forniti.
Giunti sul posto l'impatto era sbalorditivo!!! Qualunque articolo, qualunque, era attraente, interessante, assolutamente da acquistare; vi aggiravate con la stessa espressione di Pinocchio e Lucignolo nel paese dei balocchi, attratti persino da strumenti che a distanza di poco tempo avreste disprezzato più di, che ne so, Bettino Craxi o Luciano Moggi o la Lazio (ve le ricordate le JACKSON? Le CARVIN? Le YAMAHA col manico più sottile di un Oro Saiwa?). Tutto era bellissimo. Ad un certo punto venite avvicinati da un tipo con la maglietta dei Megadeth e i capelli fino al culo, talmente pieno di orecchini da sembrare una gioielleria che vi squadra con sorrisetto mangiamerda e vi dice: “serve qualcosa?”. E a quel punto la vostra facciata di competenza, già fiaccata dal tour nel paese di Bengodi, cade e voi cominciate a biascicare qualcosa sulle “corde di ricambio” e che, suonando avete scassato una corda – il sol vi pare, o era il re? – e lo stronzo (sempre col sorriso mangiamerda in faccia)vi fa: “che scalatura?”. SCALATURA??? MA CHE CAZZO ERA LA “SCALATURA”??? E allora il sadico bastardo insiste: “ma sì, la misura della corda!” e voi, che vi sentite improvvisamente molto stanchi e già state pensando di accannare la chitarra e dedicarvi all'armonica che, quando si rompe, si cambia e basta, rispondete: “Boh, non saprei”.
Il teatrino che segue vede il rotto in culo, ormai raggiante, mostrarvi una serie di bustine tipo quelle per le preparazioni galeniche, con sopra dei numeri “010, 011, 027” e profondersi nei consigli più tecnici e drammaticamente indecifrabili. Alla fine della tortura uscite dal negozio con una muta di corde intera, della misura sbagliata.
Negli anni, con il tempo, abbiamo imparato a gestire la timidezza e a conoscere e saper scegliere, oltre a una muta di corde, uno strumento, un effetto a pedale, un amplificatore. QUESTI STRONZI INVECE SONO RIMASTI UGUALI SPICCICATI. Supponenti, poco disponibili, spesso interessati solo a piazzarvi il pezzo più costoso, maleducati e sbrigativi. La loro gentilezza e disponibilità verso di voi è proporzionale ai soldi che state per spendere. Se volete acquistare un pedaletto del cazzo a malapena vi filano, se invece state per acquistare un bel pacco di cacca con delle valvole Kazake e un suono copromorfo a 600 euri (una di quelle robbe per merdallari tristi) vi cagano comunque troppo poco ma usano il loro tempo per tessere lodi sperticate della sòla che state per portarvi a casa.
Mai che ti chiedano su che chitarra e con quale ampli devi usare quel pedale. Mai che ti chiedano che genere di musica fai. Mai che ti chiedano quale tipo di suono vuoi ottenere. No, loro stanno là a spararsi pose da intenditori e magari si gingillano con quello che stai per prendere e ti fanno vedere LORO QUANTO SONO BRAVI.
E sorvoliamo sulla fauna che frequenta 'sti esercizi commerciali fatta di segaioli che passano le giornate a scorrazzare a 200 all'ora sulla tastiera di qualunque strumento (ma farvi una pelle no?) fino che, all'ora di chiusura, implorano il negoziante di fargli provare anche il manico della scopa che sta usando la donna delle pulizie per vedere se lo sweep gli viene più fluido – o di azzimati signori in cravatta che provano semiacustiche costose quanto un anno di pensione di mia madre perché hanno messo su un “gruppetto con quelli dell'ufficio” con cui fanno le cover degli Steely Dan – o ancora di qualche mezza sega appartenente al Gotha dei turnisti romani che si diletta in chiacchiere con il mellifluo esercente e, proprio sulla porta, decide di portarsi via quell'amplificatore a valvole che stavate risparmiando dal secolo scorso per comprarvi e che avevate visto una volta nella vita, che quando andate con gli occhi lucidi a chiedere al negoziante se pensava di riordinarlo vi spara una faccia come a dire: “ahh, saperlo!”.
I NEGOZI DI STRUMENTI MUSICALI SONO PROPRIO DEI POSTI DI MERDA!
Gestiti di merda da una lobby grassatrice e sozzamente capitalista. In fondo è risaputo che qualunque articolo in vendita in uno di questi posti costa mediamente meno in altre città d'Europa e non solo, se vai in Francia o in Irlanda o persino in Lussemburgo i commessi sono meno cafoni e enormemente più ferrati. Evitano le masturbazioni tecniche e ti danno consigli pratici utili e affidabili. MA CHE UN POVERO CRISTO PER COMPRARSI UN PLETTRO DEVE ANDARE FINO AD AMSTERDAM???
È per questo forse, che in uno scenario di ipotetica rivoluzione, oltre a far saltare in aria ministri e ministeri il sottoscritto vedrebbe bene anche la conversione dei negozi di strumenti in “Case del Popolo Sonante” e la spedizione in Siberia (o in provincia di Gela) degli addetti alle vendite.
Invece un abbraccio solidale va a voi, miei meravigliosi combattenti, che suonate strumenti di merda modificati per fare il massimo del casino; a voi che comprate una Squier e ci tirate fuori un'iradiddio; a voi telecasteristi fondamentalisti che avete sempre ridacchiato quando, negli anni '80 vi dicevano che la Tele era buona solo “per le ritmiche”; a voi che montate corde talmente grosse da poterci ancorare una libreria; a voi che fuggite gli assoli come lo scolo; a voi che piuttosto che suonare in una cover band andreste in seminario.
Questo è per tutti coloro che suonano perchè nella vita non potrebbero fare altro, splendidi dilettanti senza professione e senza riconoscimento (che da noi è risaputo: se fai la cacca e la spalmi su un muro sei uno scultore postmoderno, se suoni....ABBASSAAAAA!!!) il futuro della musica, come è sempre stato, vi appartiene. Appartiene a voi soltanto, non agli strumenti che suonate, non ai commessi frustrati che hanno ripiegato sul vendere gli ossi di prosciutto la loro pochezza nel fare e nel capire la musica. APPARTIENE A VOI CAPITO? Anche se fate musica di merda, purchè sia la vostra.
Devotamente,
Il cuoco

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande...
V.

Anonimo ha detto...

per non parlare dell'esilarante (per i lettori) reazione del suddetto addetto alle vendite quando è una giovane pulzella a mettere piede dentro il negozio di strumenti...

Jim Troeltsch ha detto...

quand'è così, di solito l'addetto suddetto cerca di piazzare alla pulzella un altro tipo di articoli.
il tutto normalmente avviene tramite la millantatura di competenza - far piovere parole inglesi e numeri a caso - e lo sfoggio di perizia tecnica sullo strumento. a coronamento della prassi, la promessa: "Se ti servono lezioni, posso darti il mio numero di telefono".
Diffidare.