15 dicembre 2010

Nick Hornby: How to be good

rnby più o meno insiste sempre sul fatto che il quotidiano questo bigio quotidiano britannico che john cleese dice che ammazza la gente alla fine viene squarciato da qualcosa un evento un personaggio che mette tutto gambe all'aria e te devi ridiscuterti e ricalcolarti allora in questo caso e sto tizio GoodNews che arriva a sconvolgere la famiglia della protagonista (e V. sostiene che hornby non sappia scrivere le donne ma io credo invece un po' sì) che aoh diciamocelo cose del genere io avrei spaccato qualche capoccia ma come espediente narrativo per indicare le personalità delle persone portata alle estreme conseguenze funziona e pure bene e allora come essere buoni diventa una riflessione sulla convivenza sul fatto che la gente sta e vive in mezzo ad altra gente e in realtà il quieto vivere si trasforma in una gabbia in cui ci chiudiamo per poi buttare la chiave e su questo siamo d'accordo però io a questo goodnews comesichiama e pure a mi' marito se mi diventa un fricchettone io lo caccio da casa e manco je buttavo i vestiti dalla fines

15 settembre 2010

Daniel Pennac: La fata carabina

nza sicuro che questo libro è una bomba un capolavoro blah blah gli intrecci il colpo di scena e poi comunque i personaggi di pennac sono caratteristici ma ho letto questo libro quando non ci stavo capendo un cazzo giuro proprio un cazzo della vita e di conseguenza questo libro era una serie di righe e in alcune righe parlavano e si andava a capo più spesso e in altre non si andava a capo così spesso e quindi immagino che fossero delle descrizioni di qualche tipo mi sembra che comunque il libro fosse ben equilibrato le pagine si presentavano bene non erano né tutte troppo scure né tutte troppo chiare alla fine ho capito solo che la testa di qualcuno si trasforma in un fiore.

24 giugno 2010

Saul Bellow: Il re della pioggia

io per esempio non ho capito se questo libro m'è piaciuto perché per esempio alcune cose sì ci mancherebbe altre mi hanno fatto finire altri quattro libri nel frattempo e direi che questo è indicativo quindi facciamo così ci rifletto e ci rifletto finché non decido che in realtà non me ne importa niente e poi ci riaggiorniamo da lì.

14 maggio 2010

Tibor Fischer: La gang del pensiero

oh tibor sei così caleidoscopico oh tibor quante cose sai e che verve e che inventiva uh arrossisco dal piacere tibor ma sei un perfetto esempio dell'intreccio di livelli di cervello e pancia tibor che disinvoltura nel parlare di logica aristotelica e sbronze tibor quanti funambolismi tra descartes e la calibro 9 tibor dimmi tutto quello che sai tibor erudiscimi e scandalizzami con la tua scorrettezza inglese tibor titilla i miei pruriti da borghesuccio dotato di cultura superiore ma affascinato dai bassifondi che però non ho mai frequentato perché ho paura del cappottone tibor fammi tu un compendio della vita spericolata tibor e quanto avrai finito di illustrarmi i passatempi e le rocambolesche avventure della feccia della società tibor preparati tibor perché volerai fuori dalla finestra saccente trombone del cazzo.

14 aprile 2010

Aldo Giannuli: Bombe a inchiostro

aldo io ti voglio un gran bene meno male che sei un impiccione e se non era per questo tante cose saremmo stati freschi a saperle ma io non ho capito bene se questo libro parla della storia della controinformazione cioè degli apparati di indagine che scavavano nelle notizie di cui accenni a un certo punto oppure di una panoramica generale sui fatti degli anni di piombo perché se è la prima cosa allora mi sa che non ci siamo perché insomma io un'idea non me la sono fatta se invece era la seconda insomma il titolo del libro non è poi così azzeccato poi per carità la tua inchiesta e il tuo modo di correlare gli elementi e impeccabile e che battute di spirito meno male va' che se la famo pija' a bene. però perplesso ci rimango, considera.

30 marzo 2010

John Steinbeck: I pascoli del cielo

cordassi chi mi ha detto che tutti i romanzi americani parlano del sogno americano quest'apertura avrebbe avuto più senso invece non me lo ricordo e quindi niente pazienza buco nell'acqua ma non importa il senso è chiaro dall'inizio questo è un romanzo che per eccellenza parla del sogno americano della frontiera che apre le porte del paradiso e i pascoli del cielo sono una metafora anche poco complicata dell'urgenza di redenzione e di riscatto che gli abitanti dei romanzi di steinbeck cercano col setaccio come le pepite dentro al fiume poi non fa nulla che arriva steinbeck a fare no no col dito e a puntare la postilla dove c'è scritto che anche il sogno americano è fatto di carne e di pietre e che se metti carne e pietre a stretto contatto tra loro ci saranno lividi e ci saranno ferite sanguin

Philip Roth: Pastorale americana

ziate a pensare che la vita è bella e le persone si capiscono non fate l'errore di leggere roth altrimenti se come me pensate che siamo destinati a fraintenderci in maniera metodica e strutturale leggetelo pure perché avrete un'altra manciata di pagine a supportare la vostra tesi vorrò pensare per pura testardaggine che dev'essere il new jersey a smarrire le persone in questo modo perché insomma la periferia dell'impero non dev'essere un posto facilissimo in cui vivere alle porte di new york gli operai quelli che non ce l'hanno fatta a stabilirsi nella grande mela la provincia americana che assomiglia a quella di qualsiasi altro posto un iperluogo più che un non luogo un posto in cui ognuno parla la propria lingua una babele di feste comandate e macchine appariscenti comprate con lo stipendio della fabbrica un idillio dev'essere stato quando tutto andava bene e non pensate che roth non ve lo venga a raccontare quasi si rosica a immaginare questo jersey side pre-springsteeniano in cui le cose andavano e la comunità respirava come una sola creatura e il baseball e lo sport e la celebrità del quartiere poi non si capisce come ma si rovina tutto dev'essere come quando in corsa capisci che stai cascando e il tuo asse inizia a andare fuori equilibrio e in un momento esatto realizzi che a una certa andrai lungo a spaccarti i denti per terra e non c'è un cazzo che tu poss 

ratteri ce ne sono milioni in questo microcosmo c'è gente in buona fede e gente in malafede c'è gente che non capisce un cazzo e c'è gente che per cercare di capire tutto non ha capito se stessa come per esempio sto poro svedese che insomma proprio non se lo spiega e proprio non riesce a farsela prendere a bene e insomma a lui come a tutta l'america e poi insomma diciamocelo come a tutto il mondo inizia ad andare a tutto male e non dev'essere bello tirare dritto quando sarebbe molto molto più facile lasciar perdere tutto e far finta di essere coglione alla fine servono a questo gli specchi nel bagno e insomma tutta questa gente ha la sua traiettoria è come pulviscolo sono particelle vagano a diverse velocità nello spazio e alcune sono più o meno parallele altre vanno semplicemente a sbattere l'una contro l'altra e non è più nemmeno un discorso di avere ragione c'hanno ragione tutti quanti è inevitabile che le cose vadano a finire così se proprio vogliamo roth non è che ti fa chiedere perché una persona si sia comportata in un modo piuttosto che in un altro roth è un ebreo coi controcazzi lui razionalizza e ogni comportamento diventa lineare una tangente che parte a razzo da un contesto storico e biografico precisissimo le persone non vanno fuori di testa a buffo seguono semplicemente una coerenza implacabile e impietosa che poi se vogliamo è la stessa coerenza implacabile e impietosa che ha avuto il mondo intero ad andare a puttane a un certo punto l'unico discorso è decidere di accettarlo oppure no ma mi pare che questo concetto l'abbia già espo

2 gennaio 2010

David Foster Wallace: Infinite jest

eva ragione calvino quando parlava di tolstoj che diceva pure lui che per dire di preciso di coisa parla guerra e pace tocca riscriverlo daccapo tale e quale stessa cosa con infinite jest che insomma non è soltanto per la mole che è un libro di cui non è facile parlare ma anche per la complessità nel senso insomma è chiaro in milletrecento pagine più le note questo pazzo maniaco depressivo qualcosa deve averlo affrontato e deve averlo affrontato in maniera anche piuttosto estesa questo si capisce ma non è quello non è quello l'aspetto sorprendente del libro perché l'aspetto sorprendente di infinite jest è la sua organicità nel senso se vi rendete conto che è un libro ambientato in un mondo soltanto leggermente fantascientifico in cui alcune cose sono accadute e altre sono realtà come questa faccenda dell'anulazione o del tempo sponsorizzato o questa pazzia visionaria della grande concavità è sbalorditivo come qualsiasi cosa qualsiasi dettaglio tenga conto di questa realtà alternativa è come aver trovato il passaggio per un'altra dimensione che assomiglia in maniera inquietante alla nostra se non altro perché ne mette in luce gli aspetti più squallidi e gelidi ma portandoli all'estremo fino all'esplos 

pecie di autopsia della società contemporanea è tutto dentro c'è la fissa per la competizione e la paranoia dell'apparire e il dover fare i conti con una importante e imprescidibile dipendenza ma da qualsiasi cosa eh ma anche dalla competizione stessa e dalla paranoia dell'apparire e dallo spettacolo e dalle sostanze tossiche e dalla notorietà e dal sesso e insomma da qualsiasi cosa questa dipendenza è un handicap è una deformità e non è un caso che siano proprio la dipendenza e la deformità i temi ricorrenti del romanzo e i pilastri della vita quotidiana di questa gente tantissima di cui parla DFW che insomma l'aveva capito che il momento in cui viviamo con questo marciume interiore o esteriore porato di default ci deve fare i conti ne deve tenere conto come del fatto di boh portare gli occhiali o di dover affrontare il traffico nell'ora di punta è una croce che ci si porta appresso ed è conseguenza di decenni di scelte sbagliate ormai non si tratta più nemmeno di capire o decidere se si tratti di qualcosa di giusto o sbagliato è come è quindi vediamo di cavarne qualcosa di buo
n dei conti la potenza di questo romanzo è che a un certo punto ti abbandona alle tue conclusioni perché è stato talmente bravo nel coinvolgerti nel suo cosmo e nel suo ordine di idee che saprai perfettamente come andranno a finire le cose o come NON andranno a finire dato che sempre per lo stesso motivo a un certo punto potrai tranquillamente mettere in conto il fallimento totale di qualsiasi progetto che viene portato avanti vuoi per l'incompletezza strutturale di ognuno dei personaggi vuoi perché è impossibile che tutto vada sempre per il verso giusto e infatti non lo fa vuoi perché tutto sommato non è nemmeno importante che DFW ti dica come vada a finire è un po' come il grande lebowski quando inizi pensi che il tema della narrazione sia un mistero o un intreccio da sciogliere ed è solo col passare del tempo o delle pagine che ti rendi conto che questo tema è secondario non è importante probabilmente non lo è mai stato la cosa importante è metterti davanti a questa situazione e sì diciamocelo fartela pesare che se le cose andavano bene non c'era bisogno di scrivere un libro come que