23 maggio 2011

Connan Mockasin: Please turn me into the snat (Phantasy Sound, 2010)

In permesso dalla clinica psichiatrica, i Radiohead fanno una festa sotto un lago con David Bowie e a un certo punto saltano fuori una valigia piena di pillole e un Harmonizer settato sul detune. Voi volete sentire questa musica, voi dovete sentire questa musica nonostante sia OVVIO che non è per tutti.

Sentenza: ****

14 maggio 2011

Jonathan Lethem: La fortezza della solitudine

anzo di de-formazione una specie di bildungsroman controvoglia perché nessuno di questi due ragazzini alla fine riesce a fare pace col fatto che le strade in cui sono cresciuti ormai sono sparite e non solo dentro di loro ma perché quella brooklyn innocente alla vigilia delle tensioni razziali dell'esplosione di criminalità della fine degli anni 70 sparisce letteralmente come risultato di un gioco di prestigio della borghesia che riesce a trasformare quei quartieri per anni capitale del borseggio in un nuovo polo del fighetto e allora non c'è più posto per dylan il bianco che cercherà se stesso nell'indagine sulla negritudine più pura della musica soul dylan il bianco che cresce all'ombra del suo amico mingus rude il nero e di suo padre barrett rude jr. astro minore e misconosciuto della musica nera e del loro fascino e del loro carisma in opposizione a quello di suo padre eremita dell'avanguardia artistica che meno male che non è venuto su come woody allen mentre mingus invece che cercarsi si perderà in una foresta di decisioni sbagliate che lo porteranno dietro le sbarre da cui dylan stesso cercherà di tirarlo fuori con l'aiuto di un anello magico regalatogli proprio così da un barbone nero che sosteneva di poterci volare con quell'anello ecco questa cosa di questo libro si capisce poco però pure noi uno sforzo di immaginazione ce lo dobbiamo fare perché è chiaro che la realtà e la trasfigurazione si possono mischiare e come potrebbe essere altrimenti in un libro in cui il protagonista cerca di tornare alla purezza del suo essere bambino in maniera costante e testar 

nclusione soltanto dylan riuscirà a fare pace con il bilancio della sua innocenza perduta nel ripercorrere a ritroso i suoi passi dalla california in cui si trasferisce e inizia ad affastellare progetti fino alla brooklyn ormai gentrificata e completamente trasformata incomprensibile ai suoi occhi di adulto disincantato che continua a sentire la musica soul trasudare dalle finestre e vedere i suoi amici d'infanzia rincorrersi tra le macchine prima di diventare ciò che un destino carentissimo di fantasia riserverà loro ecco in questo senso la fortezza della solitudine è la racconta di una lunga lenta e inesorabile sconfitta di tutti i personaggi che dovranno rinunciare a diventare ciò che vogliono per diventare invece ciò che non possono fare altro che essere e allora è normale che questo anello magico che da bambino ti faceva volare e ti elevava da queste strade che iniziavano a putrefarsi di buchi nelle braccia e denti marci inizia a farti diventare invisibile che casomai ti guardi in uno specchio e non hai idea di cosa sei ora i conti non tornerebbero per nien 

zza della solitudine è un contraltare o elemento del coro in una tragedia in cui pastorale americana è protagonista è un romanzo dell'incubo americano da cui nessuno riesce a svegliarsi e allora quantomeno si provano a fare degli esercizi di concentrazione per vedere se si riesce a pilotarlo questo sogno perverso e catastrofico che poi è la vita se la guardi da una certa aqngolazione che poi è l'unica possibile almeno per questa gente che si vede che sta talmente male da scrivere dei capolav

George Martin: All you need is ears

beh io pensavo che leggendo l'autobiografia di george martin avrei imparato qualcosina in più sui beatles perché dopotutto diciamocelo george martin non ha l'aria di essere la persona più interessante del mondo almeno a livello autobiografico se non fosse appunto stato per i beatles perché prima dei beatles lui era un semplice funzionario della emi che sì ok era già la emi e faceva uscire i dischi di peter sellers e spike milligan o non mi ricordo però niente in confronto ai beatles il nome di george martin sarà per sempre legato a quello dei beatles perché insomma lui era il produttore dei beatles è quello che ha permesso ai beatles di diventare i beatles mica cazzi allora io ho pensato Leggendo la biografia di george martin capirò qualcosa di più sui beatles e sul modo in cui sono stati fatti i dischi dei beatles e in realtà poi leggendo la biografia di george martin ho capito che lui dei beatles ne certamente per una larga porzione ma c'è anche dell'altro che però io non ricordo perché a me interessava solo dei beatles insomma a una certa salta fuori dudley moore e uno scazzo in termini di soldi con la emi e la salvezza della parlophone e la creazione di un'altra casa discografica sua che pensate quanto me ne importava da non ricordarmi nemmeno il nome quindi alla fine tendenzialmente se volete sapere qualcosa di preciso su come sono stati fatti i dischi dei beatles sì questo libro leggetevelo però insomma guardatevi l'anthology.