Primo: NON stiamo parlando della “Next big thing”.
Secondo: NON stiamo cercando di fare giustizia musicale sommaria.
Quanto segue è, molto semplicemente, pubblicità. Perché è questo che ci vuole, in fondo.
Voglio dire, passi giornate in un negozio di dischi, ascolti gente che parla di musica, ti informi, compri le rivistespecializzate, compri le fanzin’ (alla veneta), ti guardi i concerti e poi ti passa sotto al naso un gioiello e non ci fai manco caso. Sarà la jella. Sarà che in realtà, nella stampa musicale, tu questo tizio (questo tizio di cui andrò a parlare tra breve), ce lo hai anche trovato, ma così infilato in mezzo alla solita buriana di recensioni che manco te ne sei accorto. E così il primo disco che ti ascolti è, in verità, il suo terzo album e tu avevi letto le recensioni anche dei primi due. Allora cosa fai in quei momenti? Semplice: indossi l’impermeabile dell’ispettore Derrick e ti vai a spulciare tutta la stampa musicale degli ultimi sei fottuti anni che hai dentro casa e, ad un certo punto, mentre sei sommerso dalla carta e in camera tua c’è una tale puzza di polvere (ebbene sì, la polvere PUZZA) che pòi pure morì, trovi le recensioni. E sono buone, davvero. Tristemente seppelito sotto cumuli di merda commerciabile trovi IL nome che cercavi: M WARD. Dopo aver fatto un rapido confronto all’americana con l’unico disco in tuo possesso, dopo aver visto che tutto corrisponde e aver preso nota dei titoli degli album già registrati e che ancora non hai, sempre con l’impermeabile dell’ispettore Derrick, esci di casa e li vai a cercare. Giri di qua, vai in quel posto là, poi in quell’altro posto lì e non trovi un cazzo. A questo punto è evidente che sei andato in fissa un’altra volta per una cosa che non c’ha nessuno e che non si trova da nessuna parte.
ORA, se sei un collaboratore esterno di Blow-up questa cosa ti manderà le mutande in frantumi – tanto ci godi ad amare solo il Minoritario ed il Ricercatissimissimo; se sei un collezionista di dischi solleverai con compiacimento il sopracciglio che riesci ad alzare (alcuni alzano il destro, altri il sinistro, chi non è bbono tutt’e due) e accederai ad internet dove, con la tua carta di credito, comprerai il disco su un catalogo estero. E SE PER CASO FOSSI SOLO UNO SFIGATO ASCOLTATORE SENZA CARTA DI CREDITO O COPIE AGGRATISE PER LA STAMPA COSA FAI?!? Facile: lo scarichi. La domanda è: perché? Perché non posso avere una copia originale dei dischi di M WARD?
Perché, purtroppo, M WARD non lo conosce nessuno.
Allora eccomi qua a rimediare.
M WARD è un contemporaneo cantautore pop di estrema raffinatezza. Non ho idea di cosa voglia la stampa musicale da lui, né del perché invece di dedicargli un po’ di spazio quando ciccia fuori con un disco, lo si accerchi di recensioni neanche stessimo applicando marcature a uomo. Forse il piglio del fantasista, che il nostro possiede senza dubbio, tira fuori nell’italiano musicofilo medio il Nereo Rocco che è in lui. Va’ a capirci qualcosa. Si mettono graziose cornicette blu intorno a Lucinda Williams, Will Oldham e compagnia bella, si dedicano copertine a quei depressoni dei Sunn O))) o al perenne Van Morrison che non azzecca un disco dal Devoniano, e poi si mimetizza M WARD in qualche rubrichetta sfigata di emergenti (per la cronaca, il nostro eroe sta in giro dal 2001) o in mezzo al coro di generiche “Uscite” pop-rock-country del mese.
Il fatto è che, anche se i generi succitati c’entrano qualcosa con M WARD, forse tanta dolce e varia levità tende a spiazzare anche i più smaliziati. Beh, non è comunque un buon motivo per cagarselo così poco, ecco!
M WARD da ragazzino deve essere rimasto folgorato dall’effetto eco sulla voce di BLUE MOON; deve avere avuto un trasporto fanatico per Elvis, Hank, Woody, il gospel e i Beatles; deve essere inciampato in Tom Waits quando aveva appena terminato l’adolescenza e deve aver pensato, un giorno imprecisato, che in fondo Nick Drake sarebbe stato delizioso con qualche chitarrina Hawaiana in più e qualche paranoia in meno.
Lo immagino alle prese con vecchie radio a transistor mentre le smonta per scoprirne i segreti. Me lo vedo in qualche posto d’America a provare a registrare i suoi brani con la cornetta del telefono per microfono e ad attaccare la chitarra acustica ad un amplicatore giapponese a pile da 10 dollari per suonarla col distorsore.
Stiamo parlando di una personalità non convenzionale, di uno che gioca nello stesso campionato di Howe Gelb (che infatti si è accorto di lui) e che gli contende la guida della classifica. Sono abbastanza sicuro che i Calexico i suoi dischi li possiedono mentre io ho dovuto scaricarli (ah, me tapino, me derelitto, me merda!).
Alla fine della fiera se possiedete un disco di M WARD saprete che suona come se uscisse da una vecchia radio o da un grammofono; saprete di certo che le sue composizioni sanno esprimere una vena pigramente domenicale, dolcemente notturna, con sentori di fine estate in riva ad una spiaggia semi-deserta; avrete ovviamente notato che scimmiotta il Re (e se conoscete più di un Re siete dei poveri infelici senza rimedio) con un encomiabile menefreghismo e, proprio quando state per gridare: “Dagli al copione!” vi mette sotto il naso una sequenza di accordi inaspettata, sorprendente e tanto piacevole da farvi incazzare.
Inoltre è deliziosamente assenteista, rilascia poche interviste e, come un vecchio e geniale hobo, si fa i beneamati cazzi suoi mischiando tutta la musica americana delle origini con un suono talmente vecchio e delle idee talmente leggere e sintetiche che alla fine dell’ascolto non avete buttato via nulla.
Che altro aggiungere? Per esperienza personale posso dire che funziona benissimo anche quando siete stonati da qualcosa e che, anche se non mi è ancora successo (ho un carattere di merda, cosa ci volete fare?), deve essere sublime quando siete innamorati – ma così innamorati che siete fradici di ormoni e romanticismo e sorridete come coglioni anche di fronte alle più turpi tragedie.
Basta. Ora sapete abbastanza, andavetelo a cercare e, se trovaste un cd originale di questo fantasma dell’umor lieve FATEMELO IMMEDIATAMENTE SAPERE!
Fine dello spot.
Secondo: NON stiamo cercando di fare giustizia musicale sommaria.
Quanto segue è, molto semplicemente, pubblicità. Perché è questo che ci vuole, in fondo.
Voglio dire, passi giornate in un negozio di dischi, ascolti gente che parla di musica, ti informi, compri le rivistespecializzate, compri le fanzin’ (alla veneta), ti guardi i concerti e poi ti passa sotto al naso un gioiello e non ci fai manco caso. Sarà la jella. Sarà che in realtà, nella stampa musicale, tu questo tizio (questo tizio di cui andrò a parlare tra breve), ce lo hai anche trovato, ma così infilato in mezzo alla solita buriana di recensioni che manco te ne sei accorto. E così il primo disco che ti ascolti è, in verità, il suo terzo album e tu avevi letto le recensioni anche dei primi due. Allora cosa fai in quei momenti? Semplice: indossi l’impermeabile dell’ispettore Derrick e ti vai a spulciare tutta la stampa musicale degli ultimi sei fottuti anni che hai dentro casa e, ad un certo punto, mentre sei sommerso dalla carta e in camera tua c’è una tale puzza di polvere (ebbene sì, la polvere PUZZA) che pòi pure morì, trovi le recensioni. E sono buone, davvero. Tristemente seppelito sotto cumuli di merda commerciabile trovi IL nome che cercavi: M WARD. Dopo aver fatto un rapido confronto all’americana con l’unico disco in tuo possesso, dopo aver visto che tutto corrisponde e aver preso nota dei titoli degli album già registrati e che ancora non hai, sempre con l’impermeabile dell’ispettore Derrick, esci di casa e li vai a cercare. Giri di qua, vai in quel posto là, poi in quell’altro posto lì e non trovi un cazzo. A questo punto è evidente che sei andato in fissa un’altra volta per una cosa che non c’ha nessuno e che non si trova da nessuna parte.
ORA, se sei un collaboratore esterno di Blow-up questa cosa ti manderà le mutande in frantumi – tanto ci godi ad amare solo il Minoritario ed il Ricercatissimissimo; se sei un collezionista di dischi solleverai con compiacimento il sopracciglio che riesci ad alzare (alcuni alzano il destro, altri il sinistro, chi non è bbono tutt’e due) e accederai ad internet dove, con la tua carta di credito, comprerai il disco su un catalogo estero. E SE PER CASO FOSSI SOLO UNO SFIGATO ASCOLTATORE SENZA CARTA DI CREDITO O COPIE AGGRATISE PER LA STAMPA COSA FAI?!? Facile: lo scarichi. La domanda è: perché? Perché non posso avere una copia originale dei dischi di M WARD?
Perché, purtroppo, M WARD non lo conosce nessuno.
Allora eccomi qua a rimediare.
M WARD è un contemporaneo cantautore pop di estrema raffinatezza. Non ho idea di cosa voglia la stampa musicale da lui, né del perché invece di dedicargli un po’ di spazio quando ciccia fuori con un disco, lo si accerchi di recensioni neanche stessimo applicando marcature a uomo. Forse il piglio del fantasista, che il nostro possiede senza dubbio, tira fuori nell’italiano musicofilo medio il Nereo Rocco che è in lui. Va’ a capirci qualcosa. Si mettono graziose cornicette blu intorno a Lucinda Williams, Will Oldham e compagnia bella, si dedicano copertine a quei depressoni dei Sunn O))) o al perenne Van Morrison che non azzecca un disco dal Devoniano, e poi si mimetizza M WARD in qualche rubrichetta sfigata di emergenti (per la cronaca, il nostro eroe sta in giro dal 2001) o in mezzo al coro di generiche “Uscite” pop-rock-country del mese.
Il fatto è che, anche se i generi succitati c’entrano qualcosa con M WARD, forse tanta dolce e varia levità tende a spiazzare anche i più smaliziati. Beh, non è comunque un buon motivo per cagarselo così poco, ecco!
M WARD da ragazzino deve essere rimasto folgorato dall’effetto eco sulla voce di BLUE MOON; deve avere avuto un trasporto fanatico per Elvis, Hank, Woody, il gospel e i Beatles; deve essere inciampato in Tom Waits quando aveva appena terminato l’adolescenza e deve aver pensato, un giorno imprecisato, che in fondo Nick Drake sarebbe stato delizioso con qualche chitarrina Hawaiana in più e qualche paranoia in meno.
Lo immagino alle prese con vecchie radio a transistor mentre le smonta per scoprirne i segreti. Me lo vedo in qualche posto d’America a provare a registrare i suoi brani con la cornetta del telefono per microfono e ad attaccare la chitarra acustica ad un amplicatore giapponese a pile da 10 dollari per suonarla col distorsore.
Stiamo parlando di una personalità non convenzionale, di uno che gioca nello stesso campionato di Howe Gelb (che infatti si è accorto di lui) e che gli contende la guida della classifica. Sono abbastanza sicuro che i Calexico i suoi dischi li possiedono mentre io ho dovuto scaricarli (ah, me tapino, me derelitto, me merda!).
Alla fine della fiera se possiedete un disco di M WARD saprete che suona come se uscisse da una vecchia radio o da un grammofono; saprete di certo che le sue composizioni sanno esprimere una vena pigramente domenicale, dolcemente notturna, con sentori di fine estate in riva ad una spiaggia semi-deserta; avrete ovviamente notato che scimmiotta il Re (e se conoscete più di un Re siete dei poveri infelici senza rimedio) con un encomiabile menefreghismo e, proprio quando state per gridare: “Dagli al copione!” vi mette sotto il naso una sequenza di accordi inaspettata, sorprendente e tanto piacevole da farvi incazzare.
Inoltre è deliziosamente assenteista, rilascia poche interviste e, come un vecchio e geniale hobo, si fa i beneamati cazzi suoi mischiando tutta la musica americana delle origini con un suono talmente vecchio e delle idee talmente leggere e sintetiche che alla fine dell’ascolto non avete buttato via nulla.
Che altro aggiungere? Per esperienza personale posso dire che funziona benissimo anche quando siete stonati da qualcosa e che, anche se non mi è ancora successo (ho un carattere di merda, cosa ci volete fare?), deve essere sublime quando siete innamorati – ma così innamorati che siete fradici di ormoni e romanticismo e sorridete come coglioni anche di fronte alle più turpi tragedie.
Basta. Ora sapete abbastanza, andavetelo a cercare e, se trovaste un cd originale di questo fantasma dell’umor lieve FATEMELO IMMEDIATAMENTE SAPERE!
Fine dello spot.