Uuuuh carini i Tennis. I Tennis sono marito e moglie, lo sapevate? E lo sapevate che il primo disco loro è una specie di concept su un loro viaggio a Cape Dory, che poi è il titolo dell'album? Carini. E lo sapevate che è appena uscito - no, tecnicamente non ancora, quindi correggo. E lo sapevate che si può già ascoltare il disco nuovo loro? Ecco.
Io avrei tutti i motivi per odiare i Tennis. Di fatto sono due hipsters (ricci, jeans rossi, tutto), la copertina del loro primo disco è un intero festival del cattivo gusto che pare copincollato direttamente da worstalbumcovers.org, e in sintesi non mostravano di essere diversi dai cinque milioni di gruppi spuntati negli ultimi 2 anni che fanno surf pop che più che grato direi che è appecoronato al wall of sound.
Ora: alcuni di loro non valgono un cazzo e lo sappiamo alla fine del primo pezzo. Altri sono buoni finché è estate e poi sono deprimenti come le infradito in Siberia, altri invece danno l'impressione che occorra essere giusto un pochetto pazienti. I Tennis sono tra questi, e lo dimostra il fatto che non ho pensato Aridaje sti stronzi, quando ho saputo che era disponibile. E poi escono per Fat Possum: almeno un minuto di attenzione gli va dato.
Proprio come Cape Dory, Young & Old funziona perché è un disco di canzoni: cose pensate, scritte, insomma, che si possono ascoltare e apprezzare anche senza conoscere i riferimenti storici o gli ammiccamenti ai generi di riferimento. Non un disco tenuto in piedi dal riverbero a molle o dal Farfisa, insomma, ma qualcosa che osserva la regola d'oro di Santo Keith per la quale una canzone è buona quando puoi suonarla solo con una chitarra acustica.
Non solo, Young & Old è un disco di canzoni pure meglio, e non solo un Cape Dory pt. II: c'è una crescita, insomma, da parte dei due sposini di Denver: non la prevedibile compilation di sorridenti twist canditi da spiaggia, ma approcci diversi (come quello della mia preferita, che è My better self, una canzone DIVERSA da loro, appunto), che li inseriscono nella categoria dei gruppi da tenere d'occhio sul serio, adesso. Certo, dovranno sempre liberarsi dell'essere giovani, ma fatto questo andrà tutto a gonfie vele, sono sicuro.
(By the way, ho scoperto solo DOPO che è stato prodotto da Patrick Carney dei Black Keys, quindi sono del tutto in buona fede).
E basta, tutto qui. Alla fine stamo a parla' dei Tennis, mica...
Io avrei tutti i motivi per odiare i Tennis. Di fatto sono due hipsters (ricci, jeans rossi, tutto), la copertina del loro primo disco è un intero festival del cattivo gusto che pare copincollato direttamente da worstalbumcovers.org, e in sintesi non mostravano di essere diversi dai cinque milioni di gruppi spuntati negli ultimi 2 anni che fanno surf pop che più che grato direi che è appecoronato al wall of sound.
Ora: alcuni di loro non valgono un cazzo e lo sappiamo alla fine del primo pezzo. Altri sono buoni finché è estate e poi sono deprimenti come le infradito in Siberia, altri invece danno l'impressione che occorra essere giusto un pochetto pazienti. I Tennis sono tra questi, e lo dimostra il fatto che non ho pensato Aridaje sti stronzi, quando ho saputo che era disponibile. E poi escono per Fat Possum: almeno un minuto di attenzione gli va dato.
Proprio come Cape Dory, Young & Old funziona perché è un disco di canzoni: cose pensate, scritte, insomma, che si possono ascoltare e apprezzare anche senza conoscere i riferimenti storici o gli ammiccamenti ai generi di riferimento. Non un disco tenuto in piedi dal riverbero a molle o dal Farfisa, insomma, ma qualcosa che osserva la regola d'oro di Santo Keith per la quale una canzone è buona quando puoi suonarla solo con una chitarra acustica.
Non solo, Young & Old è un disco di canzoni pure meglio, e non solo un Cape Dory pt. II: c'è una crescita, insomma, da parte dei due sposini di Denver: non la prevedibile compilation di sorridenti twist canditi da spiaggia, ma approcci diversi (come quello della mia preferita, che è My better self, una canzone DIVERSA da loro, appunto), che li inseriscono nella categoria dei gruppi da tenere d'occhio sul serio, adesso. Certo, dovranno sempre liberarsi dell'essere giovani, ma fatto questo andrà tutto a gonfie vele, sono sicuro.
(By the way, ho scoperto solo DOPO che è stato prodotto da Patrick Carney dei Black Keys, quindi sono del tutto in buona fede).
E basta, tutto qui. Alla fine stamo a parla' dei Tennis, mica...
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