3 luglio 2008

la stampa italiana vince bene come sempre.

digressioni sul tema liberamente ispirate da
"Kate, la numero uno erede di Madonna"
un articolo di Andrea Laffranchi apparso oggi, 3 luglio 2008 su Corriere.it, il sito dell'autorevole testata italiana Corriere della Sera, fondata nel 1876.

Gentile sig. Laffranchi, gentile redazione di Corriere.it
è utile diffondersi in 33 righe per un disco (mi riferisco a "One of the boys" di tale Kate Perry) che è stato stroncato o nella migliore delle ipotesi snobbato dalla stampa musicale?
Una cantante alla prima uscita, che viene liquidata da testate come Allmusic.com (voto 2/5) o Spin Magazine (voto 1,5/5) o Slant Magazine (voto 2/5) praticamente come una perdita di tempo per analfabeti della musica, merita a vostro parere un articolo con tanto di galleria fotografica a ulteriore corredo?

Certo, statisticamente non si può parlare successo da parte della signorina Perry, che di suo può contare solo sulle tematiche erotiche e le allusioni saffiche, che in italia attecchiscono come la gramigna e fioriscono sui giornali, ma che altrove vengono citate a detrimento come facile dispositivo di marketing.

Quello che mi chiedo, però, è se - data la scarsissima caratura del disco, che io ho effettivamente ascoltato - queste 33 righe fossero opportune e necessarie per il pubblico italiano, oppure se abbiate una morbosa predilezione a coprire qualsiasi notizia abbia sfondo omosessuale femminile, oppure semplicemente se non potevate proprio evitarci la solita marchetta commissionata dall'etichetta discografica.

Diamine, non pensavo che sareste riusciti a farmi sentire la mancanza perfino di Amy Winehouse.

Cordialmente, ma nemmeno troppo.
cane,
Roma.

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