Siete mai stati alle prove di un gruppo? Io sì.
Se andate alle prove di un gruppo avete la possibilità di sentire i musicisti esplorare il loro materiale, trovare nuove strade, i tessuti, gli arrangiamenti. È figo, se vi capita provate, però non vi presentate a mani vuote che pare brutto. E a maggior ragione se andate alle prove di un gruppo tipo gli Oh Sees, che se siete sobri vi divertono la metà.
Nel senso: un gruppo che frulla tutto Nuggets (pure il secondo, quello inglese), i krauti ? & the Mysterians, i krauti (altri krauti), la psichedelia SoCal e la puzza (tanta puzza ma è il minimo perché escono per In the red) non si può non ascoltarlo senza almeno un giramento di testa.
Il disco appare proprio così, insomma: un’elaborazione di idee che piano piano vengono esplorate e messe alla prova, per accumulazione (qualche volta) o iterazione (molto, più spesso), e più di qualche momento ludico con le manopoline dei pedali.
Intendiamoci, il disco è pure divertente: certo, è un’operazione di revival sfacciato (ma esiste un disco che NON lo sia, uscito negli ultimi 5 anni?), che però almeno è fatta su materiale digerito e ricombinato, invece che rivomitato paro paro: insomma ‘sto Carrion Crawler sarebbe effettivamente potuto uscire nel 1971, ed è già qualcosa, in confronto a dischi che sarebbero potuti uscire in qualsiasi punto di un intero decennio, e quindi in nessun momento.
Ma:
Siete mai stati alle prove di un gruppo? Io sì. Se andate alle prove di un gruppo ci può anche stare che per stanchezza o mancanza di idee i musicisti a un certo punto inizino a cazzeggiare e si chiudano nell’autismo masturbatorio in cui l’ascoltatore diventa una presenza accessoria. E allora non ci sono birra o canne che tengano, alla prima occasione buona si saluta e si ringrazia e si va via.
E ecco, se gli Oh Sees mi invitano a sentire loro prove io dico Ragazzi grazie mille, magari però ci vediamo direttamente al release party.
Non so se mi sono spiegato.
Se andate alle prove di un gruppo avete la possibilità di sentire i musicisti esplorare il loro materiale, trovare nuove strade, i tessuti, gli arrangiamenti. È figo, se vi capita provate, però non vi presentate a mani vuote che pare brutto. E a maggior ragione se andate alle prove di un gruppo tipo gli Oh Sees, che se siete sobri vi divertono la metà.
Nel senso: un gruppo che frulla tutto Nuggets (pure il secondo, quello inglese), i krauti ? & the Mysterians, i krauti (altri krauti), la psichedelia SoCal e la puzza (tanta puzza ma è il minimo perché escono per In the red) non si può non ascoltarlo senza almeno un giramento di testa.
Il disco appare proprio così, insomma: un’elaborazione di idee che piano piano vengono esplorate e messe alla prova, per accumulazione (qualche volta) o iterazione (molto, più spesso), e più di qualche momento ludico con le manopoline dei pedali.
Intendiamoci, il disco è pure divertente: certo, è un’operazione di revival sfacciato (ma esiste un disco che NON lo sia, uscito negli ultimi 5 anni?), che però almeno è fatta su materiale digerito e ricombinato, invece che rivomitato paro paro: insomma ‘sto Carrion Crawler sarebbe effettivamente potuto uscire nel 1971, ed è già qualcosa, in confronto a dischi che sarebbero potuti uscire in qualsiasi punto di un intero decennio, e quindi in nessun momento.
Ma:
Siete mai stati alle prove di un gruppo? Io sì. Se andate alle prove di un gruppo ci può anche stare che per stanchezza o mancanza di idee i musicisti a un certo punto inizino a cazzeggiare e si chiudano nell’autismo masturbatorio in cui l’ascoltatore diventa una presenza accessoria. E allora non ci sono birra o canne che tengano, alla prima occasione buona si saluta e si ringrazia e si va via.
E ecco, se gli Oh Sees mi invitano a sentire loro prove io dico Ragazzi grazie mille, magari però ci vediamo direttamente al release party.
Non so se mi sono spiegato.
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