14 settembre 2011

"Commovente!" - (Barbara D'Urso)

Dice Si fa presto a fare a pezzi un libro se non l'hai nemmeno finito ditemi così e io vi risponderò Parlate con Pennac l'ha detto lui che accannare un libro a metà si può fare e se necessario si deve e insomma non c'è niente di male e vi sottolinerò pure che sto citando Pennac perché lui pure fa letteratura pop ma pop nel senso di Sting ma almeno se la fa prendere a bene non come la Sebold che insomma ha scritto questo libro che se lo sono comprati tutti e anche le loro nonne e questo libro ti dice chiaro e tondo che è un libro di dolore perché la ragazzina muore subito e sta in una specie di paradiso da cui osserva i familiari che cercando di far fronte alla faccenda e alle indagini per scoprire l'assassino e in questo paradiso sono tutti felici e tutti i desideri che avevano in vita si avverano e io non lo so come va a finire perché a un terzo del libro ho capito che lo scopo della Sebold è quello di scrivere un libro non tanto sulla morte perché insomma nessuno può scrivere un libro sulla morte ma sul rapporto con la morte e quindi ci sono i familiari che non sanno cosa fare e vagano nell'esistenza e l'investigatore che almeno fino a dove sono arrivato io anche lui vaga ma c'ha l'aria di uno che alla fine capisce e quindi ci sono i compagni di scuola tutti con un punto interrogativo in faccia perché insomma Noi siamo regazzetti pensano noi non dovremmo avere a che fare con la morte tutto ciò è barbaro e tu pensi Fantastico, le premesse ci sono, ora per carità, che accada QUALCOSA.
Invece la Sebold continua a dipanare questa ragnatela di dolore e di ricordi e di riferimenti e di continui sprazzi di aldilà consolante ci mancherebbe ma a cui mancano solo i miominipony per essere stucchevole come il gelato al puffo che sono SICURO vi ricordate ancora e allora io quando sono arrivato a un terzo del libro ho avuto la netta CONVINZIONE che niente sarebbe successo fino e allora ho pensato che sommando il cattomisticismo alla lenta e schiumosa elegia di ricordi che indugia su ogni dettaglio e strazia il cuore e mette tutt'e due le mani nella piaga la somma restituisce l'immagine di mia madre che di sabato pomeriggio guardava questi drammoni su Canale 5 e stirava e piangeva e piangeva e stirava e io giustamente davanti alla lacrima materna turbato apostrofavo A ma' ma che cazzo te stai a vede? e lei con la faccia rossa mi rispondeva tipo Una mano sulla culla o Ridatemi mia figlia o Infanzia lacerata e io alzavo le mani al cielo e dicevo Madonnasanta e me ne andavo e non volevo sapere più niente, basta.

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