Voi pensavate che di fronte a una cosa banale e superficiale come un test su maispeis avrei potuto trattenermi dall’essere pedante? Credevate che avrei concluso che non ne valesse la pena? Ritenevate che avrei chiuso per eccesso di ribasso di fronte a una cosa peciona tipo Beatles o Rolling Stones? Beh, amici: non avete capito un cazzo.
Ecco dunque un paio di osservazioni del tutto personali sull’intervento di cuoco, cosa che tra l’altro mi riempie d’amore e d’ormone, perché se c’era un motivo (o uno dei principali) per cui avevo pensato a questo blog è proprio LITIGARE.
Vabbè, discutere.
R.E.M. (cane), cazzo, devi dire R.E.M.!!! Non puoi menarla cò ‘sta storia della musica divertente e piripì e parapà e poi mi cadi qui. R.E.M. perchè non hanno mai speculato sui bassi istinti di nessuno.
Caro cuoco, tu hai ragione, mica no. I Radiohead sanno spesso essere un dito in culo e non sono immuni da critiche di speculazione. Oggettivamente, due tra le loro canzoni più brutte (e non a caso più conosciute), sarebbe a dire Creep e Street spirit, sono due canzoni che potrebbero un po’ costituire l’equivalente del film per mamme del pomeriggio di Canale 5 (o almeno del pomeriggio di Canale 5 fino al 1999, anno in cui ho iniziato a non guardare più la tv), quella roba tipo [Metti titolo qui] nella culla, o [Metti titolo qui] in corsia.
Piangi, piangi, dice alla mamma Canale 5 – o Creep, o Street spirit – che le lacrime fanno bene e hai visto mai che recuperi un po’ di contatto con le tue sensazioni più sepolte. Benché io voglia loro bene come a degli zii un po’ frou frou, i Radiohead sono un gruppo che mi divertirei pure a bersagliare di feci, se non fossero così maledettamente geniali. Andiamo: da OK Computer in poi non hanno sbagliato un disco, hanno sempre avuto una scrittura efficacissima e adesso sono ancora meglio e SI FA PURE FATICA A CREDERCI, e riescono ad essere intensi ma mai (o rarissimamente, negli episodi meno riusciti) melensi; ma poi c’è la faccenda di non mettere spot su MTV, e poi c’è la faccenda di tutto l’apparato grafico e “politico” in senso lato, e poi c’è la faccenda di essere delle macchine discografiche perfette, sia nel senso che i loro dischi fanno un uso dello studio e della produzione come strumento e sono davvero i degni eredi di Sgt. Pepper’s (che musicalmente parlando non sarà nemmeno il disco migliore dei Beatles, ma dal punto di vista della produzione o del concetto SI', cazzo), sia nel senso che a una certa hanno pure rinunciato alla casa discografica andando in culo (e facendo finalmente scoprire l’acqua calda) a mezzo mondo. Loro, i Radiohead, sono di Oxford, sono anni che studiano e vogliono insegnarti qualcosa, anche se devono un po’ piagne per dirtela.
I R.E.M.? I R.E.M. sono americani, come facciamo a fare un paragone? Sono cresciuti praticamente in mezzo al nulla nella Georgia e stanno in fissa coi Byrds. I Byrds, capito? Il jingle-jangle del mr. Tamburino e del suo inventore. He was a friend of mine e – tutto sommato – le cannette. E poi hanno iniziato 10 anni prima, e mentre tutti alzavano il volume a tutta callara, loro INVECE NO – che poi è lo stesso motivo per cui rispetto di più i Dire Straits dei, che ne so, UK Subs. E allora vai con il canale pulito del Twin e la Rickenbacker a 12 corde, mo' ve famo vede.
Loro, attraversando – anche un po’ a cazzo di cane – gli anni ’80, hanno dovuto tenere botta in mezzo a sgallettate e reppatari e assoli formidabili.
Loro, i R.E.M. sono americani e devono aspettare a lungo – o inventarsi qualcosa – per potersi finalmente prendere una sbronza come si deve. Hanno un modo diverso di concepire il divertimento da ragazzetti, e non hanno l'OCEANO tra loro e Little Richard (e divin bambino Gesù, non hanno avuto Clapton).Loro, i R.E.M., ormai sono la storia (o nella storia, meglio) del rock and roll, mentre i Radiohead no, anche se sono destinati a entrarci a breve.
Ecco perché NON POSSO scegliere tra Radiohead e R.E.M. Anche se adesso come adesso dovessi portarmi un disco solo nella famosa isola deserta (che a 'sto punto è un’isola bellissima piena di scheletri e di dischi degli altri) mi porto appresso uno a scelta tra Murmur e Reckoning. Se canta mejo, è tutta n’antra storia.
[…] i veri Pink Floyd (quelli di quel fulminato di Barrett) per quanto buoni hanno scritto meno pezzi buoni, anche dei primissimi WHO.
Caro cuoco, stella polare dei miei polsi rotti, mia spilletta della rivoluzione: anche qui, permettimi un appunto. Secondo la mia modesta opinione di Rompicoglioni™, questa cosa dei VERI Pink Floyd di Syd Barrett in opposizione ai FALSI Pink Floyd apostati ed eretici di Roger Waters (o, dio ce ne scampi, di quella vecchia zitella di David Gilmour), è un po’ un mito da sfatare. Andrò ora ad illustrare la mia tesi.
Ti ricordi che qualche mese fa parlavamo di Björk, io e te? E come se non bastasse ne scrissi anche sul blogghe? Ricapitoliamo.
Ma non solo. Quando Barrett ha fuso la testata, i Pink Floyd, come gruppo, non hanno sostituito l’elemento con un altro che potesse essere in grado di proseguire il discorso. No, hanno solo preso un chitarrista bravo a fare gli assoli, fottendosene della sostituibilità. Certo, a volte lo stesso meccanismo ha portato a grandi botte di culo (pensate a cosa sarebbe successo ai Rolling Stones se Brian Jones non fosse schioppato: avoja a pipponi tipo Their Satanic Majesties Request, il disco più INVIDIOSO della storia), però è anche vero che al di là delle folle oceaniche (che poi che c’entra, le folle oceaniche le fa anche Vascorossi: che, è un grande artista, Vascorossi?) tutti: critici, fan affezionati, giornalisti e radiatoristi hanno SEMPRE sostenuto che Eeh, quando c’era Barrett era un’altra cosa.
Benissimo, ci stiamo arrivando: se un gruppo non lo capisce, che sta facendo minchiate, è un gruppo che ha perso l’ispirazione, che ha perso la direzione (e che è destinato a morire a breve, come la MOSTRUOSA ultima formazione apocrifa dei Clash) o, al contrario, un gruppo che NON CAPISCE LA MUSICA, perché in primo luogo non è capace di capire la propria. Un gruppo che non è in grado di ascoltarsi e giudicarsi oggettivamente (e questo si era capito, basta ascoltare Atom Heart Mother), di mettersi dei limiti e di capire quando la frittata è fatta, è un gruppo un po’ del cazzo, diciamoci la verità, e non la puoi sempre buttare a assoli e laser, su: alla lunga scocci, e infatti così è stato.
Dunque, VISTI GLI ATTI E SENTITE LE PARTI, è ovvio che un gruppo come i Pink Floyd, proprio a ben guardare, non ha vita propria, ma solo alla luce di questo leggendario primo disco (che come molte cose, a me non piace ma rispetto) che però non si è mai ripetuto, contravvenendo perlopiù alla Prima Legge dei rompicoglioni come me: Hai fatto un disco bello? Bene: MO’ FANNE UN ALTRO. Quod erat demonstrandum, aridaje.
Ecco dunque un paio di osservazioni del tutto personali sull’intervento di cuoco, cosa che tra l’altro mi riempie d’amore e d’ormone, perché se c’era un motivo (o uno dei principali) per cui avevo pensato a questo blog è proprio LITIGARE.
Vabbè, discutere.
R.E.M. (cane), cazzo, devi dire R.E.M.!!! Non puoi menarla cò ‘sta storia della musica divertente e piripì e parapà e poi mi cadi qui. R.E.M. perchè non hanno mai speculato sui bassi istinti di nessuno.
Caro cuoco, tu hai ragione, mica no. I Radiohead sanno spesso essere un dito in culo e non sono immuni da critiche di speculazione. Oggettivamente, due tra le loro canzoni più brutte (e non a caso più conosciute), sarebbe a dire Creep e Street spirit, sono due canzoni che potrebbero un po’ costituire l’equivalente del film per mamme del pomeriggio di Canale 5 (o almeno del pomeriggio di Canale 5 fino al 1999, anno in cui ho iniziato a non guardare più la tv), quella roba tipo [Metti titolo qui] nella culla, o [Metti titolo qui] in corsia.
Piangi, piangi, dice alla mamma Canale 5 – o Creep, o Street spirit – che le lacrime fanno bene e hai visto mai che recuperi un po’ di contatto con le tue sensazioni più sepolte. Benché io voglia loro bene come a degli zii un po’ frou frou, i Radiohead sono un gruppo che mi divertirei pure a bersagliare di feci, se non fossero così maledettamente geniali. Andiamo: da OK Computer in poi non hanno sbagliato un disco, hanno sempre avuto una scrittura efficacissima e adesso sono ancora meglio e SI FA PURE FATICA A CREDERCI, e riescono ad essere intensi ma mai (o rarissimamente, negli episodi meno riusciti) melensi; ma poi c’è la faccenda di non mettere spot su MTV, e poi c’è la faccenda di tutto l’apparato grafico e “politico” in senso lato, e poi c’è la faccenda di essere delle macchine discografiche perfette, sia nel senso che i loro dischi fanno un uso dello studio e della produzione come strumento e sono davvero i degni eredi di Sgt. Pepper’s (che musicalmente parlando non sarà nemmeno il disco migliore dei Beatles, ma dal punto di vista della produzione o del concetto SI', cazzo), sia nel senso che a una certa hanno pure rinunciato alla casa discografica andando in culo (e facendo finalmente scoprire l’acqua calda) a mezzo mondo. Loro, i Radiohead, sono di Oxford, sono anni che studiano e vogliono insegnarti qualcosa, anche se devono un po’ piagne per dirtela.
I R.E.M.? I R.E.M. sono americani, come facciamo a fare un paragone? Sono cresciuti praticamente in mezzo al nulla nella Georgia e stanno in fissa coi Byrds. I Byrds, capito? Il jingle-jangle del mr. Tamburino e del suo inventore. He was a friend of mine e – tutto sommato – le cannette. E poi hanno iniziato 10 anni prima, e mentre tutti alzavano il volume a tutta callara, loro INVECE NO – che poi è lo stesso motivo per cui rispetto di più i Dire Straits dei, che ne so, UK Subs. E allora vai con il canale pulito del Twin e la Rickenbacker a 12 corde, mo' ve famo vede.
Loro, attraversando – anche un po’ a cazzo di cane – gli anni ’80, hanno dovuto tenere botta in mezzo a sgallettate e reppatari e assoli formidabili.
Loro, i R.E.M. sono americani e devono aspettare a lungo – o inventarsi qualcosa – per potersi finalmente prendere una sbronza come si deve. Hanno un modo diverso di concepire il divertimento da ragazzetti, e non hanno l'OCEANO tra loro e Little Richard (e divin bambino Gesù, non hanno avuto Clapton).Loro, i R.E.M., ormai sono la storia (o nella storia, meglio) del rock and roll, mentre i Radiohead no, anche se sono destinati a entrarci a breve.
Ecco perché NON POSSO scegliere tra Radiohead e R.E.M. Anche se adesso come adesso dovessi portarmi un disco solo nella famosa isola deserta (che a 'sto punto è un’isola bellissima piena di scheletri e di dischi degli altri) mi porto appresso uno a scelta tra Murmur e Reckoning. Se canta mejo, è tutta n’antra storia.
[…] i veri Pink Floyd (quelli di quel fulminato di Barrett) per quanto buoni hanno scritto meno pezzi buoni, anche dei primissimi WHO.
Caro cuoco, stella polare dei miei polsi rotti, mia spilletta della rivoluzione: anche qui, permettimi un appunto. Secondo la mia modesta opinione di Rompicoglioni™, questa cosa dei VERI Pink Floyd di Syd Barrett in opposizione ai FALSI Pink Floyd apostati ed eretici di Roger Waters (o, dio ce ne scampi, di quella vecchia zitella di David Gilmour), è un po’ un mito da sfatare. Andrò ora ad illustrare la mia tesi.
Ti ricordi che qualche mese fa parlavamo di Björk, io e te? E come se non bastasse ne scrissi anche sul blogghe? Ricapitoliamo.
Il teorema che formulai per Björk è quello per cui se nella tua carriera hai fatto 10 dischi e, di questi, 6 mi rompono il cazzo (cioè la metà più uno), allora: TU, aritmeticamente, mi rompi il cazzo, quod erat demonstradum. Al massimo, pe' esse boni, posso dire che Björk è una che mi rompe il cazzo ma che ha fatto delle cose valide, o piacevoli; che, per beneficio dei nostri 7 lettori, sono Debut, Post e Homogenic. E BASTA: parlate con chiunque, vi dirà che i dischi successivi sono una palla, anzi no: parlate con qualcuno di SINCERO e che non intenda fare il figo dicendo che Sì, a me è piaciuto. Stronzate, è come farsi piacere la roba che fa quello spostato di suo marito: è roba SPERIMENTALE, al massimo si CAPISCE, non si GRADISCE, è fatta APPOSTA. Oh, daje.
Applicando il teorema di Björk ai benemeriti Pink Floyd, la dimostrazione è ancora più evidente. Siamo tutti d’accordo che l’UNICO disco valido dei Pink Floyd sia The piper at the gates of dawn e che tutto il resto sia fuffa ridicola, pomposa e autoreferenziale, quando non materiale di scarto messo insieme in attesa che l’ispirazione arrivasse, come alla fermata dell’autobus. Tuttavia, se in una discografia di 14 e non dico 12 e non dico 13 dico 14 siori 14 album, se ne salva uno solo, è troppo facile sottolineare che in pratica i Pink Floyd sono un gruppo truffa, degno dei peggiori Doors.Ma non solo. Quando Barrett ha fuso la testata, i Pink Floyd, come gruppo, non hanno sostituito l’elemento con un altro che potesse essere in grado di proseguire il discorso. No, hanno solo preso un chitarrista bravo a fare gli assoli, fottendosene della sostituibilità. Certo, a volte lo stesso meccanismo ha portato a grandi botte di culo (pensate a cosa sarebbe successo ai Rolling Stones se Brian Jones non fosse schioppato: avoja a pipponi tipo Their Satanic Majesties Request, il disco più INVIDIOSO della storia), però è anche vero che al di là delle folle oceaniche (che poi che c’entra, le folle oceaniche le fa anche Vascorossi: che, è un grande artista, Vascorossi?) tutti: critici, fan affezionati, giornalisti e radiatoristi hanno SEMPRE sostenuto che Eeh, quando c’era Barrett era un’altra cosa.
Benissimo, ci stiamo arrivando: se un gruppo non lo capisce, che sta facendo minchiate, è un gruppo che ha perso l’ispirazione, che ha perso la direzione (e che è destinato a morire a breve, come la MOSTRUOSA ultima formazione apocrifa dei Clash) o, al contrario, un gruppo che NON CAPISCE LA MUSICA, perché in primo luogo non è capace di capire la propria. Un gruppo che non è in grado di ascoltarsi e giudicarsi oggettivamente (e questo si era capito, basta ascoltare Atom Heart Mother), di mettersi dei limiti e di capire quando la frittata è fatta, è un gruppo un po’ del cazzo, diciamoci la verità, e non la puoi sempre buttare a assoli e laser, su: alla lunga scocci, e infatti così è stato.
Dunque, VISTI GLI ATTI E SENTITE LE PARTI, è ovvio che un gruppo come i Pink Floyd, proprio a ben guardare, non ha vita propria, ma solo alla luce di questo leggendario primo disco (che come molte cose, a me non piace ma rispetto) che però non si è mai ripetuto, contravvenendo perlopiù alla Prima Legge dei rompicoglioni come me: Hai fatto un disco bello? Bene: MO’ FANNE UN ALTRO. Quod erat demonstrandum, aridaje.